Boushra Almutawakel: un occhio per Beneath and Beyond

Boushra Almutawakel: un occhio per Beneath and Beyond
Boushra Almutawakel: un occhio per Beneath and Beyond
Anonim

Boushra Almutawakel, la prima fotografa femminile mai riconosciuta dello Yemen, rimane distinta per essere la prima, ma anche per il coraggio di esprimere le controversie culturali e religiose prevalenti nel suo paese attraverso il suo talento.

Boushra è nato nel 1969 nella capitale, Sana'a, da una famiglia molto conservatrice e religiosa chiamata Hashmis. Ha acquisito la sua formazione iniziale dal suo paese natale e in seguito ha frequentato un corso di laurea per affari internazionali a Washington DC. Durante questo periodo ha intrapreso un corso estivo di sei settimane per la fotografia, che l'ha incuriosita e ispirata in numerosi modi. Al suo ritorno in Yemen nel 1994, nonostante fosse stata assunta come consulente educativa, non si trattenne dalla sua passione. Ha tenuto mostre fotografiche e ha ricevuto un notevole riconoscimento per il suo lavoro.

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La fotografia di Boushra Almutawakel del paesaggio urbano di Sana'a © British Council / Flickr

Dopo tre anni e mezzo ha deciso di rinunciare al suo lavoro e di dedicarsi alla fotografia come carriera a tempo pieno, contro il parere dei suoi colleghi. Ha viaggiato in aree remote dello Yemen e ha incontrato persone affascinanti da fotografare. Nel 1999, le fu concessa un'altra opportunità di visitare gli Stati Uniti con suo marito. Approfittando di questa opportunità, si è iscritta a un portfolio center, conseguendo un diploma in fotografia pubblicitaria. Il suo lavoro negli Stati Uniti includeva principalmente ritratti di donne. È riuscita a esporre le sue opere a livello nazionale e internazionale e ha lavorato per diverse rinomate organizzazioni tra cui le Nazioni Unite, CARE International, la Royal Netherlands Embassy, ​​il French Cultural Centre, il British Council e varie riviste e giornali. Inoltre, ha vinto premi e titoli per il suo straordinario talento e talento artistico.

Trovando il velare delle donne musulmane come una questione controversa, e anche considerando le diverse opinioni che ha attratto, Boushra ha voluto proiettare le varie sfaccettature di Hijab attraverso la sua arte. Lo ha ripreso nell'ambito di un progetto intitolato, serie Hijab nel 2001. La serie in corso ritrae le donne soggette alle imposizioni culturali che coinvolgono l'hijab, mettendo in luce gli stereotipi ad esso collegati.

True Self (2002) era un'impresa ispirata alla prospettiva di Nawal Sadway, di nascondere la vera identità di una ragazza, che fosse vestita in un hijab o decorata con il trucco. Ha fotografato donne truccate e coperte da un velo scuro, rispetto al suo vero io senza alcun ornamento. 'True Self ii' (2010) è un'ulteriore elaborazione dell'idea esistente con una visione e un'analisi più profonde. Un altro lavoro importante, "France flag" (2010), descrive il divieto di donne che indossano il velo da parte della Francia come un'impresa incongruente, raffigurante una mancanza di tolleranza, comprensione dei diritti umani e libertà di scelta.

In What If (2008), sfida le norme della società immaginando l'uomo con un velo invece delle donne. Questa idea era immensamente popolare tra le femmine, ma attirava grandi critiche da parte degli uomini. Boushra si lamentava che i maschi non riuscivano a vedere l'umorismo in esso. Uno dei suoi lavori recenti include fotografie di una donna vestita da uomo. Attraverso questa rappresentazione unica, ha individuato la somiglianza che c'è negli abiti di uomini e donne del mondo arabo; entrambi indossano lunghi abiti larghi e copricapo. Inoltre, ha immaginato la donna in un ruolo potente sottolineando che sono altrettanto bravi se gli viene data l'opportunità.

Boushra Almutawakel © Gilbert Descloux / Flickr

Eyemotion (2008) commenta metaforicamente la tendenza inutile di coprire il viso come parte del velo. Descrive in modo umoristico l'aspetto sfuggente di una forma così estrema di copertura. Mother, daughter and doll (2010) è uno dei sottoprogetti vibranti di questa serie, in cui il fotografo ha usato se stessa, la figlia maggiore e una bambola per mostrare la visione estremista dell'abito femminile. La serie di foto spazia dal vestirsi casualmente alla scomparsa. Ha fotografato i colorati hijab dello Yemen per evidenziarne la bellezza e il fascino, in confronto agli opachi abiti scuri importati dal Golfo e dai Wahhabiti.

Fulla (2010) è una divertente serie di immagini che raccontano gli eventi della vita di una ragazza musulmana regolare usando "la bambola Barbie islamica" come la descrive Boushra. Spazia dalle istantanee della sua vita universitaria all'osservazione delle preghiere quotidiane. Il suo lavoro non ruota solo attorno ai veli o alle questioni delle donne. Ha lavorato su altri progetti che coinvolgono sviluppo, problemi socio-economici e istruzione. Strata è un progetto commissionato dal British Council, che evidenzia le varie classi residenti a Sana'a fotografando gli interni delle ville nelle capanne nei bassifondi. Un altro progetto realizzato da Boushra si chiama La vita musulmana contemporanea, che documenta i rituali e le tradizioni che i musulmani osservano, che variano da matrimoni, preghiere e celebrazioni ad altre feste religiose.

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