Il Pan Africanism letterario di Veronique Tadjo

Il Pan Africanism letterario di Veronique Tadjo
Il Pan Africanism letterario di Veronique Tadjo
Anonim

Veronique Tadjo è una scrittrice prolifica che ha pubblicato poesie, romanzi e storie per bambini. Nata a Parigi ma cresciuta ad Abidjan, in Costa d'Avorio, ha successivamente vissuto in molti paesi in tutto il mondo, dandole uno stile radicale e diasporico.

Nata a Parigi, cresciuta ad Abidjan, in Costa d'Avorio, e avendo vissuto in una moltitudine di città da Lagos a Città del Messico, Veronique Tadjo si sente completamente panafricana; non solo in senso politico, ma in termini della sua identità individuale che vede come se fosse un prodotto del continente piuttosto che del suo paese. Questo risuona attraverso il suo lavoro scritto; le sue storie sono spesso senza tempo e utilizzano luoghi amorfi e indistinti che potrebbero essere rappresentazioni allegoriche di molti paesi africani. La portata della sua materia, la ricchezza delle sue immagini e l'ampiezza delle allusioni e dei riferimenti che impiega possono anche essere attribuite alla sua eredità panafricana, così come al suo uso dei metodi tradizionali di narrazione, che combina con le moderne forme sperimentali.

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Veronique Tadjo, Courtesy Rama / Wikimedia Commons

Come tanti scrittori diasporici e postcoloniali, Tadjo si impegna con la molteplicità dell'identità contemporanea. Pertanto, le sue storie assumono un effetto stratificato che molti possono trovare confusi, poiché storie e trame vengono lasciate cadere e sviluppate apparentemente a caso, imitando le complessità e le incoerenze della vita reale. Non sorprende che il suo atteggiamento nei confronti dei processi creativi sia allo stesso modo aperto, utilizzando e valorizzando tutte le abilità artistiche che possiede in egual misura, vedendo l'arte visiva e la letteratura come rami dello stesso albero.

Temi particolarmente risonanti nella sua scrittura includono la diffusa corruzione dei governi neo-coloniali africani. Ha anche preso parte al progetto "Ruanda - Ecrire per devoir de mémoire" del 1998, che ha portato artisti di diverse nazionalità e nazionalità in Ruanda per discutere del genocidio del 1994; parlando delle atrocità commesse lì con sopravvissuti e testimoni. Questo sforzo artistico ha cercato di porre fine al silenzio intellettuale e accademico africano sul genocidio, nella convinzione che la finzione fosse il modo migliore per mantenere vivi e pertinenti ricordi e lezioni. Le sue riflessioni sul genocidio in Ruanda sono raccolte in In the Shadow of Imana; alcuni dei suoi altri lavori includono As the Crow Flies e Chasing the Sun.